Noemi Bolzi e Granelli, due parmigiani al Louvre
L'artista parmigiana Noemi Bolzi e il soragnese Francesco Granelli (residente a San Secondo) hanno avuto l'opportunità di esporre alla frequentatissima mostra «Art Shopping» nelle sale Carrousel du Louvre dal 19 al 21 ottobre scorso.
L'esposizione, giunta alla sua undicesima edizione, mira ad avvicinare il grande pubblico all'arte contemporanea, oltre che ad evidenziare talenti non ancora affermati a livello internazionale. Negli anni scorsi avevano partecipato anche Vittorio Ferrarini e Giovanna Tomasi, la madrina del magmatismo prematuramente scomparsa pochi giorni fa.
Noemi Bolzi e Francesco Granelli, artisti già d'esperienza, presentano un approccio creativo diverso, non solo nella scelta sempre più astratta della prima e un persistere col figurativo del secondo, ma anche per il modo di vedere e far vedere il mondo.
La Bolzi ha raccolto e sintetizzato in essenziali cromatismi con insolite germinazioni materiche le sue passate immagini di donne e di fiori dalle linee che richiamano Cassinari. Paiono però sempre affiorare da un fondo d'indefinito silenzio, di quasi palpabile dolore, lasciando a segni-messaggi indecifrabili l'evocazione ignota e il riscatto poetico. Sbocciano emozioni e lo fanno con grazia discreta sopra volteggi palpitanti di colore. I petali, i cuori del primo periodo ancora figurativo sono rimasti nell'essenza e nel sogno informale. C'è ancora un'oscurità nascosta, una crepa sottile che lascia intuire la profondità sotto il velo variopinto delle sensazioni. Questi orizzonti astratti sono una vittoria, un richiamo di vita.
Invece Granelli - che a Parigi ha portato tre oli su tela - non pronuncia o solleva, ma invita ad entrare nel quadro e ad uscire oltre, a varcare soglie di luce, ad avanzare, a tentare intimità vastissime di luoghi e persone.
Mentre la Bolzi viene incontro, porgendo un bouquet di speranza, Granelli induce al mistero. E' conosciuto pure come illustratore e caricaturista, apprezzato da Forattini, mentre lei deve molta della sua notorietà come creatrice di gioielli raku, magici ed esotici, di grande personalità, anch'essi risultato di alchimie d'elementi e – metaforicamente – d'emozioni.
Entrambi gli artisti si sono distinti, recando un bel biglietto da visita per la nostra città nella vetrina del Carrousel, segno della vitalità e versatilità dell'arte italiana e parmigiana in particolare.
Manuela Bartolotti
Gazzetta di Parma, Cronaca della città (pag. 14, 07 novembre 2012)
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